martedì 22 ottobre 2013

intelligenza, cuore, ginocchia, preghiera

Per entrare nel mistero di Dio non basta l’intelligenza, ma servono “contemplazione, vicinanza e abbondanza”.
“Contemplare il mistero sulla nostra salvezza, sulla nostra redenzione, si capisce in soltanto ginocchio, nella contemplazione. Non soltanto con l’intelligenza. 
 La contemplazione: intelligenza, cuore, ginocchia, preghiera … tutto insieme, entrare nel mistero. 
l’infermiera in un ospedale: guarisce le ferite ad una ad una, ma con le sue mani. Dio si coinvolge, si immischia nelle nostre miserie, si avvicina alle nostre piaghe e le guarisce con le sue mani, e per avere mani si è fatto uomo. 
Dio non ci salva soltanto per un decreto, una legge; ci salva con tenerezza, ci salva con carezze, ci salva con la sua vita, per noi”.

La grazia di Dio sempre vince, perché è Lui stesso che si dona, che si avvicina, che ci accarezza, che ci guarisce. 
Questo mistero,non è facile capirlo, non si capisce bene, con l’intelligenza”. Soltanto, “forse, ci aiuteranno queste tre parole”: contemplazione, vicinanza e abbondanza. 


Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/10/22/il_papa:_dio_non_ci_salva_per_decreto,_si_immischia_con_noi_per/it1-739442
del sito Radio Vaticana 


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