giovedì 6 novembre 2014

NESSUNO SI PERDA

le due parabole della pecora smarrita e della moneta perduta. 
I farisei e gli scribi si scandalizzano perché Gesù “accoglie i peccatori e mangia con loro”.
Ma Gesù è venuto “per questo: per andare a cercare quelli che si erano allontanati dal Signore”. 
Il cuore di Dio non si ferma, Dio non va fino ad un certo punto, Dio va fino in fondo, al limite, sempre va al limite; non si ferma a metà cammino della salvezza,  sempre esce, scende in campo.

Dio non è un affarista, Dio è Padre e va a salvare fino alla fine, fino al limite. 

“E’ triste il pastore che apre la porta della Chiesa e rimane lì ad aspettare.  
E’ triste il cristiano che non sente dentro, nel suo cuore, il bisogno, la necessità di andare a raccontare agli altri che il Signore è buono. 
Il vero cristiano ha questo zelo dentro: nessuno si perda. E per questo non ha paura di sporcarsi le mani. Non ha paura. Va dove deve andare. Rischia la sua vita, rischia la sua fama, rischia di perdere la sua comodità, il suo status. 
E’ tanto facile condannare gli altri, non è cristiano. 
Cristiani a metà cammino, mai! E’ quello che ha fatto Gesù”.
“Il buon pastore, il buon cristiano esce, sempre è in uscita: è in uscita da se stesso, è in uscita verso Dio, nella preghiera, nell’adorazione; è in uscita verso gli altri per portare il messaggio di salvezza”. E il buon pastore e il buon cristiano conoscono cosa sia la tenerezza:
“Questi scribi, farisei non ne sapevano, non sapevano cosa fosse caricare sulle spalle la pecora, con quella tenerezza, e riportarla con le altre al suo posto.
non avere paura che si sparli di noi per andare a trovare i fratelli e le sorelle che sono lontani dal Signore.

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