27 gennaio giornata per i lebbrosi[1]
L’ultima domenica di gennaio si
celebra la “giornata mondiale per i lebbrosi” questanno è la
XXI. Sorta pe iniziativa di Raoul Follerau,
essa ha lo scopo di sensibilizzare il mondo al problema di 15 milioni di
uomini, quasi tutti appartenenti ai paesi più poveri, colpiti da una malattia
che oggi ha ampie possibilità di essere curata e guarita se si interviene in
tempo. I missionari Cattolici hanno sempre considerato loro specifico dovere
interessarsi della sorte dei lebbrosi, proprio perché essi sono i più poveri tra
i poveri.
Il più famoso di essi è padre
Damiano De Veuster, morto lebbroso a Molokai, in Oceania, dopo aver creato in
quell’inferno di segregazione una vera comunità di fede e di amore.
Ma gli esempi di eroismo e di
dedizione sono senza numero. Il 31 ottobre 1973 è morto a 78 anni mons. Jean
Cassaigue delle Missioni esteri di Parigi, vicario apostolico a Saigon dal 1941
al 1955. egli era nel Vietnam dal 1926, si era dedicato principalmente
all’evangelizzazione delle popolazioni montanare della regione e nel suo zelo
costruì un lebbrosario-villaggio a Dilinh nella Diocesi di Dalat e chiuse la
sua esistenza col supremo sacrificio contraendo il morbo dei suoi cari
figliuoli. Unica preoccupazione era che i lebbrosi non venissero abbandonati
dopo la sua scomparsa.
Il padre Giuseppe Greggio presta
da anni la sua opera a Mosango nello Zaire. Una suora, suor Maria Susanna delle
Missionarie Mariste, morta a Lione nel 1957, riuscì a isolare , dopo
lunghissimi anni di ricerche in laboratorio, uno dei bacilli della lebbra, il “Mycobacterium Marianum”, contro il quale
preparò anche un vaccino.
Vi sono poi innumerevoli opere di
assistenza e i vari centri di riabilitazione. Questi ultimi sono di un
importanza vitale per il reinserimento dei lebbrosi guaiti nella società. Dati
i pregiudizi secolari esistenti contro questa malattia, la soluzione del
problema non è sempre facile, anche per l’ostracismodi cui i malati di lebbra
sono ancora oggetto. Eppure sono anch’essi nostri fratelli ai quali secondo
l’espressione di Follerai, “dobbiamo aprire il cammino della speranza”. Quel
camino iniziò esattamente nel 1873, con la scoperta del bacillo della lebbra da
parte del norvegese Armanauer Hansen.
Chi più di tutti oggi porta
avanti con zelo veramente apostolico la campagna contro la lebbra è l’avv.
Raoul Folleraou , l’apostolo volante da un continente all’altro in compagnia
della sua degna signora, che con lui nei vari lebbrosari porta non solo l’aiuto
dei farmaci, ma anche il calore dell’amore e il confroto della speranza
cristiana.
La stampa di alcuni anni fa
riportò la coraggiosa sfida lanciata da Follerai ai due K, i potenti presidenti
Kennedy e Kruscev: consegnare per i suoi lebbrosi l’equivalente prezzo di un
bombardiere per uno, cioè circa 2 miliardi di lire, che potevano in gran parte
contribuire a risolvere il problema dei lebbrosi nel mondo. La richiesta non
ebbe successo.
Se oggi nel mondo esistono ancora
15 milioni di lebbrosi, dobbiamo sentirci tutti sotto accusa, in proporzione a
ciò che possiamo fare e non facciamo per risolvere questa miseria umana. E
pensare che la cura per guarire un lebbroso costa appena 2.000 lire
L’arciprete DON ANGELO
MASTRANDREA
Nessun commento:
Posta un commento