due malattie forti, spirituali.
la rassegnazione del malato, che è amareggiato e si lamenta:
tanti cattolici: sì, sono cattolici ma senza entusiasmo, anche amareggiati!
tanti cattolici: sì, sono cattolici ma senza entusiasmo, anche amareggiati!
E’ la malattia dell’accidia, dell’accidia dei cristiani.
Questo atteggiamento che è paralizzante dello zelo apostolico, che fa dei cristiani persone ferme, tranquille, ma non nel buon senso della parola: che non si preoccupano di uscire per dare l’annuncio del Vangelo! Persone anestetizzate”.
L’anestesia è un’esperienza negativa”.
L’anestesia è un’esperienza negativa”.
Quel non immischiarsi che diventa “accidia spirituale”.
E “l’accidia è una tristezza”: questi cristiani sono tristi, “sono persone non luminose, persone negative. E questa è una malattia di noi cristiani”.
Andiamo a Messa “tutte le domeniche, ma – diciamo – per favore non disturbare”.
Questi cristiani “senza zelo apostolico non servono, non fanno bene alla Chiesa. E quanti cristiani sono così egoisti, per se stessi”.
un altro peccato quando vediamo che Gesù viene criticato perché ha guarito il malato di sabato. Il peccato del formalismo.
“Cristiani che non lasciano posto alla grazia di Dio. E la vita cristiana, la vita di questa gente è avere tutti i documenti in regola, tutti gli attestati”:
“Cristiani ipocriti, come questi. Soltanto interessavano loro le formalità. Era sabato? No, non si possono fare miracoli il sabato, la grazia di Dio non può lavorare il sabato. Chiudono la porta alla grazia di Dio! Ne abbiamo tanti nella Chiesa: ne abbiamo tanti! E’ un altro peccato.
“Cristiani ipocriti, come questi. Soltanto interessavano loro le formalità. Era sabato? No, non si possono fare miracoli il sabato, la grazia di Dio non può lavorare il sabato. Chiudono la porta alla grazia di Dio! Ne abbiamo tanti nella Chiesa: ne abbiamo tanti! E’ un altro peccato.
I primi, quelli che hanno il peccato dell’accidia, non sono capaci di andare avanti con il loro zelo apostolico, perché hanno deciso di fermarsi in se stessi, nelle loro tristezze, nei loro risentimenti, tutto quello.
i "FORMALISTI" non sono capaci di portare la salvezza perché chiudono la porta alla salvezza”.
anche noi “tante volte siamo stati con l’accidia o tante volte siamo stati ipocriti come i farisei”. d
anche noi “tante volte siamo stati con l’accidia o tante volte siamo stati ipocriti come i farisei”. d
Davanti “a quell’ospedale da campo lì, che era simbolo della Chiesa”, davanti a “tanta gente ferita”, Gesù si avvicina e chiede solo: “Vuoi guarire?” e “gli dà la grazia. La grazia fa tutto”.
E poi, quando incontra di nuovo il paralitico gli dice di “non peccare più”:
“Le due parole cristiane: vuoi guarire? Non peccare più. Ma prima lo guarisce. Prima lo guarì, poi ‘non peccare più’. Parole dette con tenerezza, con amore. E questa è la strada cristiana, la strada dello zelo apostolico: avvicinarsi a tante persone, ferite in questo ospedale da campo, e anche tante volte ferite da uomini e donne della Chiesa. E’ una parola di fratello e di sorella: vuoi guarire? E poi, quando va avanti, ‘Ah, non peccare più, che non fa bene!’. E’ molto meglio questo: le due parole di Gesù sono più belle dell’atteggiamento dell’accidia o dell’atteggiamento dell’ipocrisia”.
“Le due parole cristiane: vuoi guarire? Non peccare più. Ma prima lo guarisce. Prima lo guarì, poi ‘non peccare più’. Parole dette con tenerezza, con amore. E questa è la strada cristiana, la strada dello zelo apostolico: avvicinarsi a tante persone, ferite in questo ospedale da campo, e anche tante volte ferite da uomini e donne della Chiesa. E’ una parola di fratello e di sorella: vuoi guarire? E poi, quando va avanti, ‘Ah, non peccare più, che non fa bene!’. E’ molto meglio questo: le due parole di Gesù sono più belle dell’atteggiamento dell’accidia o dell’atteggiamento dell’ipocrisia”.
Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2014/04/01/papa_francesco:_accidia_e_formalismo_in_tanti_cristiani,_chiudono_la/it1-786659
del sito Radio Vaticana
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