“Perché
io nella vita cerco tra i morti Colui che è vivo?
È
un limite tutto umano cercare ciò che serve nel posto sbagliato.
...
Nessuno all’inizio
riconosce Gesù:
né la Maddalena davanti al sepolcro vuoto,
né i
discepoli di Emmaus che tornano a casa “depressi” e sconfitti.
Addirittura un Apostolo, Tommaso, “pone delle condizioni” per credere
alla Risurrezione: mettere il dito nelle piaghe:
“’Perché stai
cercando tra i morti colui che è vivo?’.
Quante volte noi cerchiamo la
vita fra le cose morte,
fra le cose che non possono dare vita,
fra le
cose che oggi sono e domani non saranno più?
“Non è scontato
accettare la vita del Risorto”
...
La cecità che impedisce di vedere “Gesù vivo è la chiusura
“in una qualsiasi forma di egoismo o di autocompiacimento”, il lasciarsi
“sedurre dai poteri terreni e dalle cose di questo mondo dimenticando
Dio e il prossimo”, il riporre le “speranze in vanità mondane, nel
denaro, nel successo”:
“Allora la Parola di Dio ci dice:
‘Perché cercate tra i morti colui che è vivo?’.
...
Cercare Gesù nel
posto giusto, cominciando a porsi la giusta domanda e sapendo che Gesù vivo “sarà sempre vicino a noi per correggere la
rotta se noi abbiamo sbagliato”:
“‘Perché cercate tra i morti
colui che è vivo?’.
Questa domanda ci fa superare la tentazione di
guardare indietro, a ciò che è stato ieri, e ci spinge in avanti verso
il futuro. Gesù non è nel sepolcro, è il Risorto!, Lui è il Vivente,
Colui che sempre rinnova il suo corpo che è la Chiesa e lo fa camminare
attirandolo verso di Lui. ‘Ieri’ è la tomba di Gesù e la tomba della
Chiesa, il sepolcro della verità e della giustizia; ‘oggi’ è la
risurrezione perenne verso la quale ci sospinge lo Spirito Santo,
donandoci la piena libertà”.
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