Annunciare il Vangelo senza approfittarsi della condizione di cristiani.
“La prima cosa che ha fatto Giovanni il battista è annunziare Gesù Cristo”. Non s’impadronì della sua autorità morale.
il Vangelo narra che Giovanni a tutti diceva di convertirsi.
Era un uomo retto”. Gli chiedono dunque se fosse lui il Messia, è stato chiaro: “No! Io non lo sono! Dietro di me viene uno che è più forte di me, cui io non sono degno di piegarmi per sciogliere i legacci dei suoi calzari”.
Giovanni “è stato chiaro”, “non ha rubato il titolo.
La terza cosa che ha fatto Giovanni,“è imitare Cristo”.
Giovanni si è umiliato, si è abbassato fino alla fine, fino alla morte”.
“Annunziatore di Gesù Cristo”, Giovanni “non si impadronì della profezia”,
lui “è l’icona di un discepolo”.
Giovanni è “l’uomo che annunzia Gesù Cristo, che non si mette al posto di Gesù Cristo e che segue la strada di Gesù Cristo”:
“Ci farà bene oggi, a noi, domandarci sul nostro discepolato:
annunziamo Gesù Cristo?
Approfittiamo o non approfittiamo della nostra condizione di cristiani come se fosse un privilegio?
andiamo sulla strada di Gesù Cristo? La strada dell’umiliazione, dell’umiltà, dell’abbassamento per il servizio? E se noi troviamo che non siamo fermi in questo, domandarci: ‘Ma quando è stato il mio incontro con Gesù Cristo, quell’incontro che mi riempì di gioia?’. E tornare all’incontro, tornare alla prima Galilea dell’incontro. Tutti noi ne abbiamo una! Tornare là! Rincontrarci con il Signore e andare avanti su questa strada tanto bella, nella quale Lui deve crescere e noi venire meno”.
Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2014/02/07/il_papa:_essere_cristiani_non_%C3%A8_un_privilegio,_annunciare_il_vangelo/it1-771050
del sito Radio Vaticana
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