venerdì 7 febbraio 2014

imitare Gesù Cristo, senza sentirci noi messia

Annunciare il Vangelo senza approfittarsi della condizione di cristiani.
“La prima cosa che ha fatto Giovanni il battista è annunziare Gesù Cristo”. Non s’impadronì della sua autorità morale.
il Vangelo narra che Giovanni a tutti diceva di convertirsi. 
Era un uomo retto”. Gli chiedono dunque se fosse lui il Messia, è stato chiaro: “No! Io non lo sono! Dietro di me viene uno che è più forte di me, cui io non sono degno di piegarmi per sciogliere i legacci dei suoi calzari”. 
Giovanni “è stato chiaro”, “non ha rubato il titolo. 
La terza cosa che ha fatto Giovanni,“è imitare Cristo”. 
Giovanni si è umiliato, si è abbassato fino alla fine, fino alla morte”. 
“Annunziatore di Gesù Cristo”, Giovanni “non si impadronì della profezia”, 
lui “è l’icona di un discepolo”. 
Giovanni è “l’uomo che annunzia Gesù Cristo, che non si mette al posto di Gesù Cristo e che segue la strada di Gesù Cristo”: 

“Ci farà bene oggi, a noi, domandarci sul nostro discepolato:
 annunziamo Gesù Cristo? 
Approfittiamo o non approfittiamo della nostra condizione di cristiani come se fosse un privilegio? 
andiamo sulla strada di Gesù Cristo? La strada dell’umiliazione, dell’umiltà, dell’abbassamento per il servizio? E se noi troviamo che non siamo fermi in questo, domandarci: ‘Ma quando è stato il mio incontro con Gesù Cristo, quell’incontro che mi riempì di gioia?’. E tornare all’incontro, tornare alla prima Galilea dell’incontro. Tutti noi ne abbiamo una! Tornare là! Rincontrarci con il Signore e andare avanti su questa strada tanto bella, nella quale Lui deve crescere e noi venire meno”.


Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2014/02/07/il_papa:_essere_cristiani_non_%C3%A8_un_privilegio,_annunciare_il_vangelo/it1-771050
del sito Radio Vaticana 

Nessun commento: