venerdì 9 ottobre 2015

DISCERNIMENTO e VIGILANZA

Gesù scaccia un demonio, fa il bene, sta tra la gente che lo ascolta e riconosce la sua autorità, ma c’è chi lo accusa.
 Alcuni per invidia, altri per rigidità dottrinali, altri perché avevano paura ....per tanti motivi cercavano di allontanare l’autorità di Gesù dal popolo 
 ‘Lui scaccia i demoni per mezzo di Belzebù. Lui è un indemoniato. Lui fa delle magie, è uno stregone’. E continuamente lo mettevano alla prova, gli mettevano davanti un tranello, per vedere se cadeva”.
discernimento
bisogna “Saper discernere le situazioni”: ciò che viene da Dio e ciò che viene dal maligno che “sempre cerca di ingannare”, “di farci scegliere una strada sbagliata”. “Il cristiano non può essere tranquillo che tutto va bene, deve discernere le cose e guardare bene da dove vengono, qual è la loro la radice”.
Vigilanza
In un cammino di fede “le tentazioni tornano sempre, il cattivo spirito non si stanca mai”. Se “è stato cacciato via” ha “pazienza, aspetta per tornare” e se lo si lascia entrare si cade in una situazione peggiore. Infatti, prima si sapeva che era “il demonio che tormentava”.
“Tranquillizzare la coscienza. Anestetizzare la coscienza. Questo è un male grande. Quando il cattivo spirito riesce ad anestetizzare la coscienza si può parlare di una sua vera vittoria, diventa il padrone di quella coscienza:
Fare sempre esame di coscienza
La Chiesa ci consiglia sempre l’esercizio dell’esame di coscienza: cosa è successo oggi nel mio cuore, oggi, per questo? E’ venuto questo demonio educato con i suoi amici da me?  Discernimento. Da dove vengono i commenti, le parole, gli insegnamenti, chi dice questo? Discernere e vigilanza, per non lasciare entrare quello che inganna, che seduce, che affascina. Chiediamo al Signore  la grazia del discernimento e la grazia della vigilanza”.

giovedì 8 ottobre 2015

Malvagi senza nome, senza Dio

 sintesi omelia papa Francesc 8 ottobre 2015
I “superbi” pur “facendo il male, si moltiplicano e, pur provocando Dio, restano impuniti?”: 
“Quante volte noi vediamo questa realtà in gente cattiva, in gente che fa del male e che sembra che nella vita le vada bene: sono felici, hanno tutto quello che vogliono, non manca loro niente. Perché Signore?
Perché a chi non importa niente né di Dio né degli altri, che è una persona ingiusta pure cattiva, gli va bene tutto nella sua vita, ha tutto quello che vuole e noi che vogliamo fare del bene abbiamo tanti problemi?”.
beato” l’uomo “che non entra nel consiglio dei malvagi” e che “trova la sua gioia” nella “legge del Signore”.
“Adesso non vediamo i frutti di questa gente che soffre, di questa gente che porta la croce, come quel Venerdì Santo e quel Sabato Santo non si vedevano i frutti del Figlio di Dio Crocifisso, delle sue sofferenze. E tutto quello che farà, riuscirà bene.
E cosa dice il Salmo sui malvagi, su quelli che noi pensiamo vada tutto bene? ‘Non così, non così malvagi, ma come pula che il vento disperde. Perché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina’”.
Una rovina senza scampo.
“Dei malvagi, nel Libro della Memoria di Dio, non c’è nome: è un malvagio, è un truffatore, è uno sfruttatore… Non hanno nome, soltanto hanno aggettivi. Invece, tutti quelli che cercano di andare sulla strada del Signore, saranno con suo Figlio, che ha il nome, Gesù Salvatore. Ma un nome difficile da capire, anche inspiegabile per la prova della croce e per tutto quello che Lui ha sofferto per noi”.

mercoledì 7 ottobre 2015

la famiglia una rete importante

  sintesi Udienza Generale papa Francesco 7 ottobre 2015
Da pochi giorni è iniziato il Sinodo dei Vescovi sul tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”. La famiglia che cammina nella via del Signore è fondamentale nella testimonianza dell’amore di Dio.
C'è un rapporto – che possiamo ben dire indissolubile! – tra la Chiesa e la famiglia... Ovunque c'è il bisogno di una robusta iniezione di spirito famigliare. Infatti, lo stile dei rapporti – civili, economici, giuridici, professionali, di cittadinanza – appare molto razionale, formale, organizzato, ma anche molto “disidratato”, arido, anonimo. Diventa a volte insopportabile. Pur volendo essere inclusivo nelle sue forme, nella realtà abbandona alla solitudine e allo scarto un numero sempre maggiore di persone.
La famiglia apre per l’intera società una prospettiva umana
La famiglia apre gli occhi dei figli sulla vita;
La famiglia introduce al bisogno dei legami di fedeltà, sincerità, fiducia, cooperazione, rispetto; incoraggia a progettare un mondo abitabile e a credere nei rapporti di fiducia, anche in condizioni difficili; insegna ad onorare la parola data, il rispetto delle singole persone, la condivisione dei limiti personali e altrui. E tutti siamo consapevoli della insostituibilità dell’attenzione famigliare per i membri più piccoli, più vulnerabili, più feriti, e persino più disastrati nelle condotte della loro vita. 

la Politica non dà alla famiglia adeguato riconoscimento: la famiglia non solo non ha riconoscimento adeguato, ma non genera più apprendimento! 
Con tutta la sua scienza, e la sua tecnica, la società moderna non è ancora in grado di tradurre queste conoscenze in forme migliori di convivenza civile. Non solo l’organizzazione della vita comune si incaglia sempre più in una burocrazia del tutto estranea ai legami umani fondamentali, ma, addirittura, il costume sociale e politico mostra spesso segni di degrado – aggressività, volgarità, disprezzo…

Lo “spirito famigliare” è una carta costituzionale per la Chiesa
La Chiesa individua oggi, in questo punto esatto, il senso storico della sua missione a riguardo della famiglia e dell’autentico spirito famigliare: incominciando da un’attenta revisione di vita, che riguarda sé stessa. Si potrebbe dire che lo “spirito famigliare” è una carta costituzionale per la Chiesa.

La famiglia libera l'essere umano dall'abbandono e dall'indifferenza
Gesù, quando chiamò Pietro a seguirlo, gli disse che lo avrebbe fatto diventare “pescatore di uomini”; e per questo ci vuole un nuovo tipo di reti. Potremmo dire che oggi le famiglie sono una delle reti più importanti per la missione di Pietro e della Chiesa. Non è una rete che fa prigionieri, questa! Al contrario, libera dalle acque cattive dell’abbandono e dell’indifferenza, che affogano molti esseri umani nel mare della solitudine e dell’indifferenza. Le famiglie sanno bene che cos’è la dignità del sentirsi figli e non schiavi, o estranei, o solo un numero di carta d’identità.
Entusiasmo dei Padri sinodali
Da qui, dalla famiglia, Gesù ricomincia il suo passaggio fra gli esseri umani per persuaderli che Dio non li ha dimenticati. Da qui Pietro prende vigore per il suo ministero. Da qui la Chiesa, obbedendo alla parola del Maestro, esce a pescare al largo, certa che, se questo avviene, la pesca sarà miracolosa. Possa l’entusiasmo dei Padri sinodali, animati dallo Spirito Santo, fomentare lo slancio di una Chiesa che abbandona le vecchie reti e si rimette a pescare confidando nella parola del suo Signore. 

venerdì 2 ottobre 2015

l'amico Angelo

“Ecco, io mando un angelo davanti a te per custodirti sul cammino e per farti entrare nel luogo che ho preparato”
 “il Signore ha dato a tutti un #angelo”. “Ognuno di noi ne ha uno” che “ci accompagna”
“E’ sempre con noi!
E’ come un ambasciatore di Dio con noi. E il Signore ci consiglia: ‘Abbi rispetto della sua presenza!’.

Rispettarlo e ascoltarlo
L’Angelo custode ci difende sempre e soprattutto dal male.
L’Angelo è lì “per consigliarci”, per “coprirci”, esattamente come farebbe “un amico”. “Un amico che noi non vediamo, ma che sentiamo”. 
Un amico che un giorno “sarà con noi in Cielo, nella gioia eterna”:
“Soltanto chiede di ascoltarlo, di rispettarlo. Soltanto questo: rispetto e ascolto. E questo rispetto e ascolto a questo compagno di cammino si chiama docilità.
Il cristiano deve essere docile allo Spirito Santo. La docilità allo Spirito Santo incomincia con questa docilità ai consigli di questo compagno di cammino”.

E per essere docili bisogna essere piccoli, come bambini.
 l’Angelo custode è “un compagno di cammino” che insegna l’umiltà e che come bambini va ascoltato:
“Chiediamo oggi al Signore la grazia di questa docilità, di ascoltare la voce di questo compagno, di questo ambasciatore di Dio che è accanto a noi nel nome Suo, che siamo sorretti dal suo aiuto.
da omelia 2 ottobre 2015 Papa Francesco

il Vangelo della misericordia

cenni del
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO 2016

[17 gennaio 2016]
“Migranti e rifugiati ci interpellano. La risposta del Vangelo della misericordia”

 “ci sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre” (Misericordiae Vultus, 3).Nella nostra epoca, i flussi migratori sono in continuo aumento in ogni area del pianeta: profughi e persone in fuga dalle loro patrie interpellano i singoli e le collettività, sfidando il tradizionale modo di vivere e, talvolta, sconvolgendo l’orizzonte culturale e sociale con cui vengono a confronto. Sempre più spesso le vittime della violenza e della povertà, abbandonando le loro terre d’origine, subiscono l’oltraggio dei trafficanti di persone umane nel viaggio verso il sogno di un futuro migliore. Se, poi, sopravvivono agli abusi e alle avversità, devono fare i conti con realtà dove si annidano sospetti e paure.

 L’indifferenza e il silenzio aprono la strada alla complicità quando assistiamo come spettatori alle morti per soffocamento, stenti, violenze e naufragi. Di grandi o piccole dimensioni, sono sempre tragedie quando si perde anche una sola vita umana.
I migranti sono nostri fratelli e sorelle che cercano una vita migliore lontano dalla povertà, dalla fame, dallo sfruttamento e dall’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta,...
Fare in modo che l’integrazione diventi vicendevole arricchimento, apra positivi percorsi alle comunità e prevenga il rischio della discriminazione, del razzismo, del nazionalismo estremo o della xenofobia!!!!!
L’ospitalità, infatti, vive del dare e del ricevere.  è importante guardare ai migranti non soltanto in base alla loro condizione di regolarità o di irregolarità, ma soprattutto come persone che, tutelate nella loro dignità, possono contribuire al benessere e al progresso di tutti,

Cari fratelli e sorelle migranti e rifugiati! Alla radice del Vangelo della misericordia l’incontro e l’accoglienza dell’altro si intrecciano con l’incontro e l’accoglienza di Dio: accogliere l’altro è accogliere Dio in persona! Non lasciatevi rubare la speranza e la gioia di vivere che scaturiscono dall’esperienza della misericordia di Dio, che si manifesta nelle persone che incontrate lungo i vostri sentieri! Vi affido alla Vergine Maria, Madre dei migranti e dei rifugiati, e a san Giuseppe, che hanno vissuto l’amarezza dell’emigrazione in Egitto. Alla loro intercessione affido anche coloro che dedicano energie, tempo e risorse alla cura, sia pastorale che sociale, delle migrazioni. Su tutti imparto di cuore la Benedizione Apostolica.
Dal Vaticano, 12 settembre 2015
Memoria del Santissimo Nome di Maria
FRANCESCO

giovedì 1 ottobre 2015

GIOIA E NOSTALGIA

        pianto di gioa. cuore che ha nostalgia

Il popolo di Israele dopo lunghi anni di deportazione ritorna a Gerusalemme, negli anni a Babilonia, il popolo sempre ricordava la propria patria. Dopo tanti anni arriva  il giorno del ritorno, della ricostruzione di Gerusalemme e il popolo“era gioioso ma piangeva, e sentiva la Parola di Dio; aveva gioia, ma anche pianto, tutto insieme”.


Questo popolo non soltanto aveva trovato la sua città, questo popolo al sentire la Legge, trovò la sua identità, e per questo era gioioso e piangeva”:

“Ma piangeva di gioia, piangeva perché aveva incontrato la sua identità, aveva ritrovato quell’identità che con gli anni di deportazione un po’ si era persa.
Non vi rattristate - dice Neemia – perché la gioia del Signore è la vostra forza’.

Solo in Dio troviamo la nostra vera identità .. “Quando tu hai perso quello che era tuo, la tua casa, quello che era proprio tuo  ti viene questa nostalgia e questa nostalgia ti porta di nuovo a casa tua. La nostalgia della propria identità lo aveva portato a trovarla.
 oggi: ‘Sono tranquillo, contento, non ho bisogno di niente – spiritualmente nel mio cuore? La mia nostalgia si è spenta?’
 Un cuore che non ha nostalgia, non conosce la gioia. E la gioia, proprio, è la nostra forza: la gioia di Dio. Un cuore che non sa cosa sia la nostalgia, non può fare festa. E tutto questo

“Chiediamoci come è la nostra nostalgia di Dio: siamo contenti, stiamo felici così, o tutti i giorni abbiamo questo desiderio di andare avanti? Che il Signore ci dia questa grazia: che mai, mai, mai, si spenga nel nostro cuore la nostalgia di Dio”.