Comunicare la famiglia:
ambiente privilegiato dell’incontro nella gratuità dell’amore
La famiglia è il primo luogo dove impariamo a comunicare.
la comunicazione come un dialogo che si intreccia con il linguaggio del corpo.
Esultare per la gioia
dell’incontro è in un certo senso l’archetipo e il simbolo di ogni
altra comunicazione, che impariamo ancora prima di venire al mondo.
Il grembo che ci ospita è la prima "scuola" di comunicazione, fatta di
ascolto e di contatto corporeo, dove cominciamo a familiarizzare col
mondo esterno in un ambiente protetto e al suono rassicurante del
battito del cuore della mamma.
Questo incontro tra due esseri insieme
così intimi e ancora così estranei l’uno all’altra, un incontro pieno di
promesse, è la nostra prima esperienza di comunicazione.
la famiglia, Un grembo fatto di persone diverse, in relazione: la famiglia è il «luogo dove si impara a convivere nella differenza» (Esort. ap. Evangelii gaudium,
66).
Le parole non le inventiamo: le
possiamo usare perché le abbiamo ricevute. E’ in famiglia che si impara a
parlare nella "lingua materna", cioè la lingua dei nostri antenati (cfr 2 Mac
7,25.27).
capacità
della famiglia di comunicarsi e di comunicare;
la famiglia il contesto in cui si trasmette quella forma fondamentale di comunicazione che è la preghiera.
Così, in famiglia, la maggior parte di noi ha imparato la dimensione religiosa della comunicazione, che nel cristianesimo è tutta impregnata di amore, l’amore di Dio che si dona a noi e che noi offriamo agli altri.
Nella
famiglia è soprattutto la capacità di abbracciarsi, sostenersi,
accompagnarsi, decifrare gli sguardi e i silenzi, ridere e piangere
insieme, tra persone che non si sono scelte e tuttavia sono così
importanti l’una per l’altra, a farci capire che cosa è veramente la
comunicazione come scoperta e costruzione di prossimità.
La famiglia è più di ogni altro il luogo in cui, vivendo insieme nella quotidianità, si sperimentano i limiti
propri e altrui, i piccoli e grandi problemi della coesistenza,
dell’andare d’accordo. Non esiste la famiglia perfetta, ma non bisogna
avere paura dell’imperfezione, della fragilità, nemmeno dei conflitti;
bisogna imparare ad affrontarli in maniera costruttiva. Per questo la
famiglia in cui, con i propri limiti e peccati, ci si vuole bene,
diventa una scuola di perdono. Il perdono è una dinamica di comunicazione,
una comunicazione che si logora, che si spezza e che, attraverso il
pentimento espresso e accolto, si può riannodare e far crescere. Un
bambino che in famiglia impara ad ascoltare gli altri, a parlare in modo
rispettoso, esprimendo il proprio punto di vista senza negare quello
altrui, sarà nella società un costruttore di dialogo e di
riconciliazione.
Il deficit
motorio, sensoriale o intellettivo è sempre una tentazione a chiudersi;
ma può diventare, grazie all’amore dei genitori, dei fratelli e di
altre persone amiche, uno stimolo ad aprirsi, a condividere, a comunicare in modo inclusivo; e può aiutare la scuola, la parrocchia, le associazioni a diventare più accoglienti verso tutti, a non escludere nessuno.
la
famiglia può essere una scuola di comunicazione come benedizione.
reimparare a raccontare,
non semplicemente a produrre e consumare informazione.
L’informazione è importante ma non basta,
perché troppo spesso semplifica, contrappone le differenze e le visioni
diverse sollecitando a schierarsi per l’una o l’altra, anziché favorire
uno sguardo d’insieme.
Anche la famiglia, ambiente in cui si impara a comunicare nella prossimità e un soggetto che comunica, una "comunità comunicante".
Una comunità che sa accompagnare, festeggiare e fruttificare.
Raccontare significa invece comprendere che le nostre
vite sono intrecciate in una trama unitaria, che le voci sono
molteplici e ciascuna è insostituibile.
La famiglia più bella, protagonista e non problema, è quella che sa comunicare, partendo dalla testimonianza,
la bellezza e la ricchezza del rapporto tra uomo e donna, e di quello
tra genitori e figli. Non lottiamo per difendere il passato, ma
lavoriamo con pazienza e fiducia, in tutti gli ambienti che
quotidianamente abitiamo, per costruire il futuro.
Dal Vaticano, 23 gennaio 2015
Vigilia della festa di san Francesco di Sales
Vigilia della festa di san Francesco di Sales
FRANCISCUS PP.
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