Gesù ci rende
misericordiosi verso la gente.
Chi ha il cuore debole perché non
fondato su Cristo rischia di essere rigido nella disciplina esteriore,
ma ipocrita e opportunista dentro.
i capi
dei sacerdoti chiedono a Gesù con quale autorità compia le sue opere. E’
una domanda che dimostra il “cuore ipocrita” di questa
gente: “a loro non interessava la verità”, cercavano solo i loro
interessi e andavano “secondo il vento: Il
cuore era molto debole, non sapevano in cosa credevano.
il cristiano deve avere
il cuore
forte,
il cuore saldo,
il cuore che cresce sulla roccia, che è Cristo,
andare con prudenza:
non si negozia il cuore, non si
negozia la roccia.
La roccia è Cristo, non si negozia!”:
‘la nostra disciplina’ - rigidi nella pelle,
ma, come Gesù gli dice, ‘putrefatti nel cuore’, deboli, deboli fino
alla putredine. Tenebrosi nel cuore”.
“Questo è il dramma di questa gente” e Gesù denuncia ipocrisia e opportunismo:
“Anche la nostra vita può diventare così, anche la nostra vita.
Chiedo al
Signore la grazia che il nostro cuore sia semplice, luminoso con la
verità che Lui ci dà, e così possiamo essere amabili, perdonatori,
comprensivi con gli altri, di cuore ampio con la gente, misericordiosi.
Mai condannare, mai condannare. Se tu hai voglia di condannare, condanna
te stesso, che qualche motivo avrai,
lunedì 15 dicembre 2014
martedì 9 dicembre 2014
la gioa della chiesa
“Aprire le porte alla consolazione del Signore”.
La stessa presenza del Signore consola”. Una consolazione che c’è anche nella tribolazione.
“noi, al solito, fuggiamo dalla consolazione; abbiamo sfiducia; siamo più comodi nelle nostre cose, più comodi anche nelle nostre mancanze, nei nostri peccati.
“quando viene lo Spirito e viene la consolazione ci porta ad un altro stato che noi non possiamo controllare: è proprio l’abbandono nella consolazione del Signore”.
“la consolazione più forte è quella della misericordia e del perdono”.
lasciatevi consolare dal Signore, è l’unico che può consolarci.
“La gioia di uscire per cercare i fratelli e le sorelle che sono lontani: questa è la gioia della Chiesa.
Lì la Chiesa diventa madre, diventa feconda”:
“Quando la Chiesa non fa questo, quando la Chiesa si ferma in se stessa, si chiude in se stessa, forse si è ben organizzata, un organigramma perfetto, tutto a posto, tutto pulito, ma manca gioia, manca festa, manca pace, e così diventa una Chiesa sfiduciata, ansiosa, triste, una Chiesa che ha più di zitella che di madre, e questa Chiesa non serve, è una Chiesa da museo. La gioia della Chiesa è partorire; la gioia della Chiesa è uscire da se stessa per dare vita; la gioia della Chiesa è andare a cercare quelle pecore che sono smarrite; la gioia della Chiesa è proprio quella tenerezza del pastore, la tenerezza della madre”.
09/12/2014
giovedì 4 dicembre 2014
i santi della vita quotidiana
E’ davvero cristiano chi mette in pratica la Parola di Dio, non basta dire di avere fede.
Non si può essere “cristiani di apparenza”, cristiani truccati, perché appena arriva un po’ di pioggia il trucco va via. Tanti cristiani delle apparenze crollano alle prime tentazion, perché non c’è sostanza, hanno costruito sulla sabbia.
Invece, ci sono tanti santi nel popolo di Dio che mettono in pratica l’amore di Gesù.
Hanno costruito la casa sulla roccia, che è Cristo:
“Pensiamo ai più piccoli, eh? Agli ammalati che offrono le loro sofferenze per la Chiesa, per gli altri. Pensiamo a tanti anziani soli, che pregano e offrono. Pensiamo a tante mamme e padri di famiglia che portano avanti con tanta fatica la loro famiglia, l’educazione dei figli, il lavoro quotidiano, i problemi, ma sempre con la speranza in Gesù, che non si pavoneggiano, ma fanno quello che possono”.
Sono i “santi della vita quotidiana!”,
“Pensiamo a tanti preti che non si fanno vedere ma che lavorano nelle loro parrocchie con tanto amore: nel loro fondamento c’è la roccia. E’ Gesù, è questo che dà santità alla Chiesa, è questo che dà speranza!”.
“Dobbiamo pensarci tanto alla santità nascosta che c’è nella Chiesa”
“cristiani che rimangono in Gesù. Peccatori, eh? Tutti lo siamo. E anche alcune volte qualcuno di questi cristiani fa qualche peccato grave, ma si pentono, chiedono perdono, e questo è grande: la capacità di chiedere perdono, di non confondere peccato con virtù, di sapere bene dove è la virtù e dove è il peccato. Questi sono fondati sulla roccia e la roccia è Cristo. Seguono il cammino di Gesù, seguono Lui”.
“I superbi, i vanitosi, i cristiani di apparenza saranno abbattuti, umiliati”, mentre “i poveri saranno quelli che trionferanno, i poveri di spirito, quelli che davanti a Dio si sentono niente, gli umili, e portano avanti la salvezza mettendo in pratica la Parola del Signore”.
Chiediamo al Signore di essere fondati saldi nella roccia che è Lui, la nostra speranza è Lui. .
04/12/2014
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mercoledì 3 dicembre 2014
GIOIA, CORAGGIO, FRATERNITA'
un anno dedicato alla Vita
Consacrata, a cinquant’anni dalla promulgazione del
Decreto conciliare Perfectae caritatis sul rinnovamento della vita
religiosa.
la bellezza e la preziosità di questa
peculiare forma di sequela Christi, luminosa testimonianza di vita come una
lampada posta sul candelabro per donare luce e calore a tutto il popolo
di Dio.
Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe (cf. Lc 10,1-20). L’impegno, allora, di pregare per le vocazioni e per la vita consacrata deve essere di tutta la Chiesa, un impegno quotidiano per lo stesso bene del gregge di Dio.
Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe (cf. Lc 10,1-20). L’impegno, allora, di pregare per le vocazioni e per la vita consacrata deve essere di tutta la Chiesa, un impegno quotidiano per lo stesso bene del gregge di Dio.
Essendo gioiosi! «Mostrate a tutti che seguire Cristo e
mettere in pratica il suo Vangelo riempie il vostro cuore di felicità.
Contagiate di questa gioia chi vi avvicina, e allora tante persone ve ne
chiederanno la ragione e sentiranno il desiderio di condividere con voi
la vostra splendida ed entusiasmante avventura evangelica.
Chi si sente amato dal Signore sa di riporre in Lui piena fiducia.
la comunione. Ben radicati nella comunione personale con Dio,
che avete scelto; instancabili costruttori di fraternità, anzitutto
praticando fra voi la legge evangelica dell’amore scambievole, e poi con
tutti, specialmente i più poveri. Mostrate che la fraternità universale
non è un’utopia, ma il sogno stesso di Gesù per l’umanità intera».
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