martedì 30 settembre 2014
la vera preghiera viene dal cuore, dal momento che uno vive
Giobbe maledice il giorno in cui è nato, la sua preghiera appare come una maledizione. Lui sempre era abituato a parlare con la verità e questa è la verità che lui sente in quel momento
Anche Geremia usa quasi le stesse parole: ‘Maledetto il giorno che nacqui!’”.
“Gesù, quando si lamenta – ‘Padre, perché mi ha abbandonato!’ - bestemmia? I
Tante volte persone che stanno vivendo situazioni difficili, dolorose, che hanno perso tanto o si sentono sole e abbandonate fanno queste domande: perché? Perché? Si ribellano contro Dio. ‘Continua a pregare così, perché anche questa è una preghiera’.
pregare è diventare in verità davanti a Dio.
Si prega con la realtà,
la vera preghiera viene dal cuore, dal momento che uno vive”.
Santa Teresa, pregava e chiedeva forza per andare avanti, nel buio.
Questo si chiama entrare in pazienza. La nostra vita è troppo facile, le nostre lamentele sono lamentele da teatro.
prepararsi, per quando verrà il buio, preparare il cuore per quel momento.
Pregare, come prega la Chiesa, con la Chiesa per tanti fratelli e sorelle che patiscono l’esilio da se stessi, nel buio e nella sofferenza, senza speranza alla mano.
omelia 30 sett 2014
PAPA FRANCESCO
fonte radioVaticana
venerdì 26 settembre 2014
si appartiene a Gesù se si regge con Lui il peso della Croce
Cristiano uguale “cireneo”.
L’avere fede sta in questa identificazione: si appartiene a Gesù se si regge con Lui il peso della Croce. Altrimenti si percorre una via “buona” all’apparenza, ma non “vera”.
“Il Figlio dell’uomo il Messia, l’Unto, deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e degli scribi, venire ucciso e risorgere. Questa è la strada della vostra liberazione. Questa è la strada del Messia, del Giusto: la Passione, la Croce.
'Sì, io sono il Figlio di Dio. Ma questo è il mio cammino: devo andare in questa strada di sofferenza'”.
È questala “pedagogia” che Gesù usa per “preparare i cuori dei discepoli, i cuori della gente, a capire questo Mistero di Dio”:
“E’ tanto l’amore di Dio, è tanto brutto il peccato, che Lui ci salva così: con questa identità nella Croce. Non si può capire Gesù Cristo Redentore senza la Croce: non si può capire! Possiamo arrivare fino a pensare che è un gran profeta, fa cose buone, è un santo.
Il Cristo Redentore senza la Croce non lo si può capire.
Gesù ci “prepara per capirlo bene”. Ci “prepara ad accompagnarlo con le nostre croci nella sua strada verso la redenzione”:
“Ci prepara ad essere dei cirenei per aiutarlo a portare la Croce. E la nostra vita cristiana senza questo non è cristiana. E’ una vita spirituale, buona… ‘
La nostra identità di cristiani deve essere custodita e non credere che essere cristiani è un merito, è un cammino spirituale di perfezione. Non è un merito, è pura grazia.”
martedì 23 settembre 2014
ascoltarla con le orecchie e ascoltarla con il cuore
Le parole che diceva suonavano nuove,
come “nuova” appariva l’autorità di chi le pronunciava.
Parole che toccavano il cuore e nelle quali in tanti percepivano “la forza della salvezza” che annunciavano. Gesù continuava a parlare alla gente e amava la gente e amava la folla, a tal punto che dice ‘questi che mi seguono, quella folla immensa, sono la mia madre e i miei fratelli, sono questi’.
'coloro che ascoltano la Parola di Dio, la mettono in pratica’. Queste sono le due condizioni per seguire Gesù: ascoltare la Parola di Dio e metterla in pratica.
Questa è la vita cristiana- Semplice, semplice. Forse noi l’abbiamo fatta un po’ difficile, con tante spiegazioni che nessuno capisce, ma la vita cristiana è così: ascoltare la Parola di Dio e praticarla”.
“Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”.
“Ascoltare la Parola di Dio è leggere quello e dire: ‘Ma a me questo che dice, al mio cuore? Dio cosa sta dicendo a me, con questa parola?”. E la nostra vita cambia”:
“Ogni volta che noi facciamo questo – apriamo il Vangelo e leggiamo un passo e ci domandiamo: ‘Con questo Dio mi parla, dice qualcosa a me? E se dice qualcosa, cosa mi dice?’ – questo è ascoltare la Parola di Dio,
ascoltarla con le orecchie e ascoltarla con il cuore.
Dio non parla solo a tutti: sì, parla a tutti, ma parla ad ognuno di noi.
Il Vangelo è stato scritto per ognuno di noi”.
Il Signore sempre semina la sua Parola, soltanto chiede
un cuore aperto per ascoltarla e
buona volontà per metterla in pratica.
‘Guidami Signore sul sentiero dei tuoi comandi’, cioè sul sentiero della tua Parola, e perché io impari con la tua guida a metterla in pratica”.
Parole che toccavano il cuore e nelle quali in tanti percepivano “la forza della salvezza” che annunciavano. Gesù continuava a parlare alla gente e amava la gente e amava la folla, a tal punto che dice ‘questi che mi seguono, quella folla immensa, sono la mia madre e i miei fratelli, sono questi’.
'coloro che ascoltano la Parola di Dio, la mettono in pratica’. Queste sono le due condizioni per seguire Gesù: ascoltare la Parola di Dio e metterla in pratica.
Questa è la vita cristiana- Semplice, semplice. Forse noi l’abbiamo fatta un po’ difficile, con tante spiegazioni che nessuno capisce, ma la vita cristiana è così: ascoltare la Parola di Dio e praticarla”.
“Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”.
“Ascoltare la Parola di Dio è leggere quello e dire: ‘Ma a me questo che dice, al mio cuore? Dio cosa sta dicendo a me, con questa parola?”. E la nostra vita cambia”:
“Ogni volta che noi facciamo questo – apriamo il Vangelo e leggiamo un passo e ci domandiamo: ‘Con questo Dio mi parla, dice qualcosa a me? E se dice qualcosa, cosa mi dice?’ – questo è ascoltare la Parola di Dio,
ascoltarla con le orecchie e ascoltarla con il cuore.
Dio non parla solo a tutti: sì, parla a tutti, ma parla ad ognuno di noi.
Il Vangelo è stato scritto per ognuno di noi”.
Il Signore sempre semina la sua Parola, soltanto chiede
un cuore aperto per ascoltarla e
buona volontà per metterla in pratica.
‘Guidami Signore sul sentiero dei tuoi comandi’, cioè sul sentiero della tua Parola, e perché io impari con la tua guida a metterla in pratica”.
giovedì 4 settembre 2014
sono capace di dire al Signore: ‘Sono peccatore’
La forza
della Parola di Dio è in quell’incontro tra i miei peccati e il sangue
di Cristo, che mi salva. E quando non c’è quell’incontro, non c’è forza
nel cuore. Quando si dimentica quell’incontro che abbiamo avuto nella
vita, diventiamo mondani, vogliamo parlare delle cose di Dio con
linguaggio umano, e non serve: non dà vita”.
“Paolo ci dice che la forza della Parola di Dio, quella che cambia il cuore, che cambia il mondo, che ci dà speranza, che ci dà vita, non è nella sapienza umana: non è in un bel parlare e un bel dire le cose con intelligenza umana. No. Quella è stoltezza, dice lui. La forza della Parola di Dio viene da un’altra parte. Anche, la forza della Parola di Dio passa per il cuore del predicatore, e per questo dice a quelli che predicano la Parola di Dio: ‘Fatevi stolti’, cioè non mettete la vostra sicurezza nella vostra sapienza, nella sapienza del mondo”.
Anche Pietro “Signore, allontanati da me perché sono un peccatore”. In questo incontro tra Cristo e i miei peccati c’è la salvezza:
“Il luogo privilegiato per l’incontro con Gesù Cristo sono i propri peccati. Se un cristiano non è capace di sentirsi proprio peccatore e salvato dal sangue di Cristo, questo Crocifisso, è un cristiano a metà cammino, è un cristiano tiepido. E quando noi troviamo Chiese decadenti, quando noi troviamo parrocchie decadenti, istituzioni decadenti, ma sicuramente i cristiani che sono lì mai hanno incontrato Gesù Cristo o si sono dimenticati di quell’incontro con Gesù Cristo. La forza della vita cristiana e la forza della Parola di Dio è proprio in quel momento dove io, peccatore, incontro Gesù Cristo e quell’incontro rovescia la vita, cambia la vita … E ti dà la forza per annunziare la salvezza agli altri”.
“Ma, io sono capace di dire al Signore: ‘Sono peccatore’”
E sono capace di credere che proprio Lui, con il Suo Sangue, mi ha salvato dal peccato e mi ha dato una vita nuova? Ho fiducia in Cristo?”. “Di quali cose si può vantare un cristiano? Due cose: dei propri peccati e di Cristo crocifisso”.
OMELIA 4.9.14 PAPA FRANCESCO
FONTE http://it.radiovaticana.va/news/2014/09/04/messa_del_papa_a_santa_marta/1105878
“Paolo ci dice che la forza della Parola di Dio, quella che cambia il cuore, che cambia il mondo, che ci dà speranza, che ci dà vita, non è nella sapienza umana: non è in un bel parlare e un bel dire le cose con intelligenza umana. No. Quella è stoltezza, dice lui. La forza della Parola di Dio viene da un’altra parte. Anche, la forza della Parola di Dio passa per il cuore del predicatore, e per questo dice a quelli che predicano la Parola di Dio: ‘Fatevi stolti’, cioè non mettete la vostra sicurezza nella vostra sapienza, nella sapienza del mondo”.
Anche Pietro “Signore, allontanati da me perché sono un peccatore”. In questo incontro tra Cristo e i miei peccati c’è la salvezza:
“Il luogo privilegiato per l’incontro con Gesù Cristo sono i propri peccati. Se un cristiano non è capace di sentirsi proprio peccatore e salvato dal sangue di Cristo, questo Crocifisso, è un cristiano a metà cammino, è un cristiano tiepido. E quando noi troviamo Chiese decadenti, quando noi troviamo parrocchie decadenti, istituzioni decadenti, ma sicuramente i cristiani che sono lì mai hanno incontrato Gesù Cristo o si sono dimenticati di quell’incontro con Gesù Cristo. La forza della vita cristiana e la forza della Parola di Dio è proprio in quel momento dove io, peccatore, incontro Gesù Cristo e quell’incontro rovescia la vita, cambia la vita … E ti dà la forza per annunziare la salvezza agli altri”.
“Ma, io sono capace di dire al Signore: ‘Sono peccatore’”
E sono capace di credere che proprio Lui, con il Suo Sangue, mi ha salvato dal peccato e mi ha dato una vita nuova? Ho fiducia in Cristo?”. “Di quali cose si può vantare un cristiano? Due cose: dei propri peccati e di Cristo crocifisso”.
OMELIA 4.9.14 PAPA FRANCESCO
FONTE http://it.radiovaticana.va/news/2014/09/04/messa_del_papa_a_santa_marta/1105878
mercoledì 3 settembre 2014
la nostra madre chiesa
Non si diventa cristiani da sé, cioè con le proprie forze, in modo autonomo, neppure si diventa cristiano in laboratorio, ma si viene generati e fatti crescere nella fede all’interno di quel grande corpo che è la Chiesa.
la Chiesa è davvero madre, la nostra madre Chiesa, una madre che ci dà vita in Cristo e che ci fa vivere con tutti gli altri fratelli nella comunione dello Spirito Santo.
La Chiesa ha come modello la Vergine Maria, il modello più bello e più alto che ci possa essere.
La maternità della Chiesa si pone proprio in continuità con quella di Maria, come un suo prolungamento nella storia. La Chiesa, nella fecondità dello Spirito, continua a generare nuovi figli in Cristo, sempre nell’ascolto della Parola di Dio e nella docilità al suo disegno d’amore. La Chiesa è madre. La nascita di Gesù nel grembo di Maria, infatti, è preludio della rinascita di ogni cristiano nel grembo della Chiesa, dal momento che Cristo è il primogenito di una moltitudine di fratelli (cfr Rm 8,29) e il nostro primo fratello Gesù è nato da Maria, è il modello, e tutti noi siamo nati nella Chiesa.
Noi cristiani, non siamo orfani, abbiamo una mamma, abbiamo madre, e questo è grande! Non siamo orfani! La Chiesa è madre, Maria è madre”.
“La Chiesa ci ha partoriti nel Battesimo.
La Chiesa ha ricevuto da Gesù il tesoro prezioso del Vangelo non per trattenerlo per sé, ma per donarlo generosamente agli altri, come fa una mamma. In questo servizio di evangelizzazione si manifesta in modo peculiare la maternità della Chiesa, impegnata, come una madre, ad offrire ai suoi figli il nutrimento spirituale che alimenta e fa fruttificare la vita cristiana.
La madre Chiesa, ci allatta da bambini con questa parola, ci alleva durante tutta la vita con questa parola,
La Parola di Dio che ci dà la madre Chiesa ci trasforma, rende la nostra umanità non palpitante secondo la mondanità della carne, ma secondo lo Spirito”.
Il cammino di salvezza, attraverso il quale la Chiesa ci guida e ci accompagna con la forza del Vangelo e il sostegno dei Sacramenti, ci dà la capacità di difenderci dal male. La Chiesa ha il coraggio di una madre che sa di dover difendere i propri figli dai pericoli che derivano dalla presenza di satana nel mondo, per portarli all’incontro con Gesù. Una madre sempre difende i figli”.
“Questa difesa esorta a vigilare contro l’inganno e la seduzione del maligno. Perché se anche Dio ha vinto satana, questi torna sempre con le sue tentazioni – noi lo sappiamo, tutti noi siamo tentati, siamo stati tentati e siamo tentati. E sta a noi non essere ingenui, lui viene “come leone ruggente” dice l’apostolo Pietro. E sta a noi non essere ingenui ma vigilare e resistere saldi nella fede. Resistere con i consigli della madre, resistere con l’aiuto della madre Chiesa, che come una buona mamma sempre accompagna i suoi figli nei momenti difficili”.
Questa la conclusione della catechesi in italiano: “Cari amici, questa è la Chiesa, questa è la Chiesa che amiamo tutti, questa è la Chiesa che amo io: una madre che ha a cuore il bene dei propri figli e che è capace di dare la vita per i suoi figli. Non dobbiamo dimenticarci però che la Chiesa non sono i preti, o noi vescovi, no: siamo tutti! La Chiesa siamo tutti! D’accordo? E anche noi siamo figli ma tutti anche madri di altri cristiani. Tutti i battezzati, uomini e donne, insieme siamo la Chiesa. Quante volte nella nostra vita non diamo testimonianza di questa maternità della Chiesa, di questo coraggio materno della Chiesa! Quante volte siamo codardi, eh? Eh, no, eh! Affidiamoci allora a Maria, perché Lei come madre del nostro fratello primo, del primogenito Gesù, ci insegni ad avere il suo stesso spirito materno nei confronti dei nostri fratelli, con la capacità sincera di accogliere, di perdonare, di dare forza e di infondere fiducia e speranza. E’ questo quello che fa una mamma. Grazie!”.
UDIENZA GEN PAPA FRANCESCO 3.9.14
martedì 2 settembre 2014
l'identità cristiana è lo Spirito di Cristo
La gente era stupita dell’insegnamento di Gesù, perché la sua parola “aveva autorità”.
Gesù non era un predicatore comune, perché la sua “autorità” gli viene dall’“unzione speciale dello Spirito Santo”. Gesù, ha proseguito, è “il Figlio di Dio unto e inviato” a “portare la salvezza, a portare la libertà”.
se noi cristiani non capiamo bene le cose dello Spirito, non diamo e non offriamo una testimonianza, non abbiamo identità.
L’uomo mosso dallo Spirito “giudica ogni cosa: è libero, senza poter essere giudicato da nessuno.
“Ora, noi abbiamo il pensiero del Cristo e cioè lo Spirito di Cristo. Questa è l’identità cristiana. Non avere lo spirito del mondo, quel modo di pensare, quel modo di giudicare…
Tu puoi avere cinque lauree in teologia, ma non avere lo Spirito di Dio! Forse tu sarai un gran teologo, ma non sei un cristiano, perché non hai lo Spirito di Dio!
Quello che dà autorità, quello che ti dà identità è lo Spirito Santo, l’unzione dello Spirito Santo”.
“L’autorità di Gesù - e l’autorità del cristiano - viene proprio da questa capacità di capire le cose dello Spirito, di parlare la lingua dello Spirito. Viene da questa unzione dello Spirito Santo. E tante volte, tante volte noi troviamo fra i nostri fedeli, vecchiette semplici che forse non hanno finito le elementari, ma che ti parlano delle cose meglio di un teologo, perché hanno lo Spirito di Cristo. Signore donaci l’identità cristiana,
quella che Tu avevi.
Donaci il Tuo Spirito.
Donaci il Tuo modo di pensare, di sentire, di parlare: cioè
Signore donaci l’unzione dello Spirito Santo”.
lunedì 1 settembre 2014
leggere il Vangelo per trovare Gesù con cuore aperto
Non si annuncia il Vangelo per convincere con parole sapienti ma con umiltà, perché la forza della Parola di Dio è Gesù stesso e solo chi ha un cuore aperto lo accoglie.
“Paolo dice: Sono andato sulla manifestazione dello Spirito e della Sua potenza. Perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio’.
la Parola di Dio non è uguale a una parola umana, a una parola sapiente, a una parola scientifica, a una parola filosofica … no: è un’altra cosa. Viene in un altro modo”.
la Parola di Dio è una cosa diversa rispetto alla parola umana”.
Dio ci parla nel Figlio, “cioè, la Parola di Dio è Gesù, Gesù stesso” e Gesù “è motivo di scandalo.
La Croce di Cristo scandalizza.
E quella è la forza della Parola di Dio: Gesù Cristo, il Signore.
La Chiesa ci dice che Gesù è presente nella Scrittura, nella Sua Parola”.
è così importante “leggere durante la giornata un passo del Vangelo”:
Per trovare Gesù, perché Gesù è proprio nella Sua Parola, nel Suo Vangelo.
si riceve Gesù, con il cuore aperto, con il cuore umile, con lo spirito delle Beatitudini. Perché Gesù è venuto così, in umiltà. E’ venuto in povertà. E’ venuto con l’unzione dello Spirito Santo”.
Anche noi, se vogliamo ascoltare e ricevere la Parola di Dio, dobbiamo pregare lo Spirito Santo e chiedere questa unzione del cuore, che è l’unzione delle Beatitudini. Un cuore come è il cuore delle Beatitudini”:
‘Ma, come ricevo, io, la Parola di Dio?
sono capace durante la giornata, leggere un passo, per trovare Gesù lì?
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