venerdì 14 marzo 2008

Tragedia di Gravina

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/quotidiano/gazzetta_edicolanav.asp


Nel ringraziarla per la pubblicazione delle mie lettere, è chiaro che il mio non voleva essere un attacco, né tantomeno un processo
alla Gazzetta sulla tragedia di Gravina. Concordo circa la necessità di un giusto equilibrio, non solo nei mezzi di comunicazione, ma in ognuno di noi. In questa non per nulla bella «spettacolarizzazione
» delle tragedie, senza erigermi a giudice, una grande responsabilità l'hanno le tv. Giusto il diritto di cronaca, di informazione, ma dare in pasto a tutti spezzoni di intercettazioni, di certo a mio avviso non giunge a meglio ricostruire la «verità giudiziaria, processuale» che potrà anche non coincidere con quella effettiva. Purtroppo l'opinione pubblica, ove ve ne fosse una concorde tra i tanti opinionisti, sembra digerire come vero tutto ciò che guarda in televisione e legge nei titoli (spesso senza leggere tutto l'articolo) dei giornali. E si fa una tale indigestione di notizie,
poi rivedute, corrette, quasi mai smentite, pur se non più tali, che alla fine la stessa opinione pubblica vomita sentenze. Giusto dare spazio a tanti, ma l'altra «voce giudicante» sui fratellini di Gravina mi dà la convizione che siamo sempre pronti a giudicare senza aspettare, e senza avere tutte le carte in mano.

_______________
Hanno ragione quelli che dicono che i processi si fanno in tribunale e non in tv. E una cosa è la verità come ciascuno se la prefigura, un’altra la verità come risulta dalle carte e dalle prove. Ma a lamentarsi spesso sono gli stessi magistrati che non riescono a sottrarsi alla tentazione delle luci
della ribalta.

Nessun commento: