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Come per magia in Italia alcuni problemi - che tutti conoscono, tutti sanno, tutti dicono, ma pochi denunciano e risolvono -
dopo gli scandali trovano qualche via d'uscita. Sta succedendo ora a Gravina città ormai famosa in Italia per la tragedia di
Ciccio e Tore, ora si parla di riqualificazione urbana. Dopo tale triste evento si è iniziato anche in altre città del Sud a far più attenzione agli immobili fatiscenti. Così dopo l'omicidio a Roma della signora Reggiani da parte di un rom si è riparlato di stranieri, di lotta alla criminalità, di decreti sulla sicurezza. Per continuare con la tragedia sul lavoro a Molfetta, dove subito dopo altre cinque vittime riaperta la discussione sulle norme e la loro applicazione sempre in tema di
sicurezza. E ancora, a seguito di incidenti stradali particolarmente sanguinosi si riparla
di codice della strada e di educazione ai giovani contro l'uso di alcol e stupefacenti.
Così, per magia, sono le vittime a riportare alla luce ciò di cui tutti si lamentano.
E stranamente dopo tali episodi, drammi, tragedie, alcune persone diventano
personaggi. Vedi il ragazzo incriminato per omicidio avendo investito ubriaco alcune
persone al quale offrono lo spot pubblicitario. Vedi il Corona che in una non
limpida attività diventa un divo. E tanti altri. Insomma dagli scandali per alcuni
nascono opportunità. Ora, in riferimento alle tantissime vicende giudiziarie, tanti magistrati da inquirenti passano a personaggi pubblici, prima televisivi, poi in Parlamento. Quasi
tutto il pool di «Mani Pulite» di Milano si è seduto sui banchi del Parlamento. E così
tanti altri magistrati, che come diceva il direttore «non riescono a sottrarsi alle luci
della ribalta». E di ciò si lamentano quando sono sotto i riflettori per errori. Dimenticando
il loro obbligo professionale di non parlare delle indagini che seguono (o dovrebbero
seguire). La speranza è che non si aspettino altre tragedie per risolvere qualche problema o
per trovare qualche candidato al Parlamento (come per gli operai sopravvissuti
alla tragedia nell’acciaieria di Torino).
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È proprio così, purtroppo. Sembra che si
aspetti la tragedia per risolvere qualcosa,
quand’anche si risolva. Anzi, come lei dice,
più che risolvere i problemi di tutti, spesso la
tragedia risolve i problemi personali di chi
ha voglia di emergere, ha fame di visibilità. A
conferma di un Paese in cui anche la tragedia
rischia sempre di trasformarsi in farsa, con
tutto il sacro rispetto per le vittime.
Tutti gli esempi da lei citati vanno in
questa direzione. Con la nostalgia per un
fantasma che è il silenzio operoso, l’azione
invece vanno in qusta direzione. Con la
nostalgia per un fantasma che è il silenzio
operoso, l’azione invece della chiacchera, il
lavoro oscuro e il senso del dovere invece della
copertina patinata e della comparsata in tv.
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