“L’umiltà è necessaria per la fecondità, lA superbia che ci rende sterili.
“Il Signore interviene nella vita per dirci: ‘Io sono capace di dare vita’. Nei Profeti c’è l’immagine del deserto, la terra deserta incapace di far crescere un albero, un frutto, di far germogliare qualcosa. ‘Ma il deserto sarà come una foresta - dicono i Profeti - sarà grande, fiorirà’. Ma il deserto può fiorire? Sì. La donna sterile può dare vita? Sì. Quella promessa del Signore: Io posso! Io posso dalla secchezza, dalla secchezza vostra, far crescere la vita, la salvezza! Io posso dall’aridità far crescere i frutti!”
E la salvezza è lìintervento di Dio che ci fa fecondi, che ci dà la capacità di dare vita”. Riconoscere la nostra secchezza, la nostra incapacità di dare vita. Chiedere: ‘Signore, io voglio essere fecondo. Io voglio che la mia vita dia vita, che la mia fede sia feconda e vada avanti e possa darla agli altri’. ‘Signore, io sono sterile, io non posso, Tu puoi. Io sono un deserto: io non posso, Tu puoi’”.
L’umiltà di dire al Signore: ‘Signore, sono sterile, sono un deserto’ e ripetere in questi giorni quelle belle antifone che la Chiesa ci fa pregare: ‘O figlio di David, o Adonai, o Sapienza o radice di Jesse, o Emmanuel, vieni a darci vita, vieni a salvarci, perché Tu solo puoi, io solo non posso!’ E con questa umiltà, l’umiltà del deserto, l’umiltà di anima sterile, ricevere la grazia, la grazia di fiorire, di dare frutto e di dare vita”.
Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2013/12/19/papa_francesco:_l%E2%80%99umilt%C3%A0_ci_rende_fecondi,_la_superbia_sterili/it1-756914
del sito Radio Vaticana
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